Previsioni Oscar 2015. Ecco a chi andranno le statuette
Le votazioni per i membri dell’Academy si sono concluse martedì 17. Quindi, mentre tiriamo a indovinare con un principio più o meno razionale quale dei candidati porterà a casa la statuetta, ai piani alti di Hollywood già si sa tutto. Le testate di settore e i principali media hanno lanciato le loro preferenze ed esposto analisi matematiche, sperimentali e cabalistiche. Dall’Hollywood Reporter a Variety al Los Angeles Times: sono tutti pronti, ballottaggio alla mano. Per noi di Artribune le cose andranno così.

Domenica notte, in diretta dal Kodak Theatre di Los Angeles, finalmente sapremo chi porterà a casa le agognate statuette dell’Oscar. A presentare la serata ci sarà stavolta Neil Patrick Harris.
Otto i titoli nominati nella categoria Miglior Film, ma la sfida è tra Birdman di Iñárritu e Boyhood di Linklater. Tra i due film c’è stato un lungo testa a testa, premio dopo premio: Linklater vinceva ai Golden Globe e Iñárritu aveva il miglior ensemble di attori agli Screen Actors Guild Awards, ai Bafta Linklater veniva proclamato miglior regista del miglior film, mentre Birdman arrivava primo ai Producers Guild Awards e ai Directors Guild Awards. Coi dati a disposizione e fatte le dovute considerazioni – che, per esempio, American Sniper è stato un successo al botteghino ma agli Oscar è una vittoria improbabile; che The Imitation Game è stato boicottato; che La teoria del tutto premierà per sineddoche Eddy Redmayne al posto di Stephen Hawking, ma che il film non ha sufficiente spessore; che Whiplash l’ha girato un regista troppo giovane; che Selma non è un’opera d’arte; e che The Grand Budapest Hotel ha più nella forma che nel contenuto – restano, infatti, di nuovo, Boyhood e Birdman.
Secondo i gusti dell’Academy quest’ultimo la dovrebbe spuntare, come già accaduto per The Artist e Argo: non è un segreto che Hollywood ami i soggetti autoriflessivi.

Alejandro González Iñárritu – Birdman
Per capire come i votanti la vedono dall’interno, è interessante leggere le conversazioni anonime dei membri dell’Academy che Scott Feinberg (analista dell’Hollywood Reporter) ha promesso di snocciolare fino a domenica: nella prima pubblicata ieri, Birdman veniva definito geniale, pieno di inventiva, ritmo, un film che varrebbe la pena fosse lasciato come eredità ai posteri. Mentre di Boyhood si elogiavano l’idea e la tenacia del regista lungo i dodici anni di durata del progetto.
Miglior attore protagonista risulterà quasi certamente Eddy Redmayne, che ha sbancato ritirando tutti i premi nella categoria, dai Sag ai Bafta. Però lui ha molti anni davanti a sé mentre Michael Keaton non avrà molte altre chance, quindi potrebbe darsi che si opti per il suo personaggio in calzamaglia, ali e allucinazioni, l’unico immaginario nella cinquina della categoria. Benedict Cumberbuth, con la sua eccellente interpretazione di Alan Touring nel film più snobbato della stagione dei premi (The Imitation Game), quest’anno è stato messo nella modalità di rodaggio in attesa di tempi migliori.

Richard Linklater – Boyhood
Federica Polidoro
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