Dalla Russia a Pisa. Kandinsky “in minore”
…Oppure in maggiore. Perché ci sono musica, tracce e simboli, e poi il Blaue Reiter e Bauhaus. Ma soprattutto le antiche tradizioni folkloriche russe, per ricostruire il percorso di Kandinsky verso l’astrazione. Al Palazzo Blu di Pisa, fino al 3 febbraio.

“Minore” è in parte la scelta delle opere, che scava a fondo nella prima produzione di Wassily Kandinsky (Mosca, 1866 – Neuilly-Sur-Seine, 1944), affiancando ai primi lavori astratti moltissime opere meno note. Ma “in minore” è anche l’ordine del percorso, che avvicina gradualmente alla sua più grande pittura, confondendone volutamente le prime tracce, mescolate a oggetti della tradizione folklorica russa e alle opere dei molti colleghi del periodo tedesco.
Perché il primo intento delle curatrici Eugenia Petrova (direttrice aggiunta del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo) e Claudia Beltramo Ceppi è quello di realizzare una ricostruzione storica il più possibile dettagliata e ricca di suggestioni. Il tutto con un allestimento che spesso strizza l’occhio al visitatore più attento, ma anche lo cattura con abili effetti scenici.

Asciugamano, XIX secolo Lino e cotone, tessitura arabescata Museo di Stato Russo, San Pietroburgo
Nelle prime stanze Kandinsky non c’è neppure, mentre lo spazio è lasciato agli ottocenteschi intagli su legno, alle illustrazioni sui libri o ai vestiti tradizionali russi. Il pittore comparirà dopo, gradualmente, in un lungo e ondivago percorso verso l’astrazione. Al primo step, gli esperimenti sulle tavole xilografiche, esercizi di “autodisciplinamento” tecnico che si reintegrano però in una più estesa ricerca linguistica, ricollegandosi alla poesia e alle antiche fiabe russe.
Quando poi il colore torna dominante, la musica passa gradualmente al registro maggiore: è la realtà che “vibra” nello sguardo dell’artista, mentre il pennello la insegue in una corsa sempre più affannosa. Da qui il passo è breve verso i primi acquerelli astratti, fino alla celebre Macchia nera I (1912), significativamente affiancata alla Serie di “Sciaitan” dalla Siberia occidentale. Segno – forse, in questo caso, fin troppo marcato – di come le due linee s’intreccino piuttosto che negarsi. E nelle stanze del secondo piano, accanto al definitivo affermarsi dell’astrazione, la trama s’infittisce nelle Bagatelles, e soprattutto nei quattro oli su vetro, sintesi ultima di una figuratività sovraccarica, che permane oltre il margine dello sfaldamento.

Wassily Kandinsky. Dalla Russia all’Europa – veduta della mostra presso Palazzo Blu, Pisa 2012
Ma la visita si esaurisce subito dopo, all’ingresso nel Bauhaus. E s’interrompe sul più bello, con un esemplare della Sedia Wassily affiancato alla porta d’uscita. E mentre si vorrebbe lamentare l’assenza di un oltre, l’invito implicito pare proprio questo: riconsiderare quel che è stato e seguirà in una prospettiva critica rinnovata, più ricca di elementi di paragone o, chissà, con una nuova e diversa impostazione.
Simone Rebora
Pisa // fino al 3 febbraio 2013
Wassily Kandinsky. Dalla Russia all’Europa
a cura di Eugenia Petrova e Claudia Beltramo Ceppi
Catalogo Giunti
BLU PALAZZO D’ARTE E CULTURA
Lungarno Gambacorti 9
050 916950
[email protected]
www.mostrakandinsky.it


















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